Fuori dagli schemi
07 Febbraio 2022 LA FOTOGRAFIA SECONDO DIEGO by Giovanni Battista Sparacio
Scatti rubati o foto in posa? L’eterno dilemma di sposi e fotografi. Per Diego Taroni, esperto nell’immagine di coppia, esiste una sfumatura tra i due approcci. Ce lo racconta secondo il suo stile molto personale.
«Ci sono foto in posa e scatti rubati. E poi ci sono i miei che non saprei se fanno parte della prima o della seconda categoria. Difficili da etichettare».
Lo dice Diego Taroni, esperto nella fotografia del matrimonio, e non solo. Con un approccio unconventional, ma adeguato al grande giorno racconta le scene più belle e anche quelle più inaspettate degli sposi che si affidano alla sua personale interpretazione dell’immagine.
«Credo che gli sposi abbiano troppe aspettative e questo incide sul risultato del servizio fotografico. Tante coppie quando vengono da me in studio mi dicono di non volere assolutamente foto in posa. Cosa che io non amo fare, ma al tempo stesso credo che ci siano delle bellissime foto in posa che invece trasmettono una frazione di secondo che racconta la verità. E questo succede quando gli sposi si sentono liberi di esprimersi senza alcuna forzatura di fronte all’obiettivo. Di contro, credo che gli scatti rubati possano alcune volte ridicolizzare i soggetti. Ma questo non vuol dire che io preferisco l’una piuttosto che l’altra. Vorrei soltanto sottolineare che può esistere una via di mezzo, una sfumatura grigia in grado di raggiungere gli stessi risultati, ma in una modalità differente. E questo si ottiene nel momento in cui la coppia rimane da sola con il fotografo. Bastano anche dieci minuti. L’importante che ci siano alcune condizioni come per esempio la luce giusta che può essere anche quella di un romantico tramonto.
Succede che in quel lasso di tempo, quando io e gli sposi siamo da soli, si creano tra di noi delle sinergie. Lo faccio senza alcuna strategia, se non quella di averli osservati prima nel corso della giornata. Quando appunto credo di aver capito la coppia, la porto con me e la lascio libera di raccontare il suo giorno più bello. E il risultato è sempre vero e l’abbiamo raggiunto senza alcuna precisa definizione».
di Giovanni Battista Sparacio
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