E quindi uscimmo a riveder le stelle
07 Giugno 2021 LA FOTOGRAFIA SECONDO DIEGO by Diego Taroni
Essere fotografo di matrimonio a Bergamo, ovvero anche a Bergamo, è una cosa che è capitata in modo inaspettato e nel periodo più tragico che Bergamo abbia mai vissuto.
Noi fotografi di matrimonio che lavoriamo in tutto il territorio nazionale sappiamo benissimo che ci sono cicli e ricorsi storici per cui capita che vedi quella stessa location di matrimonio cinque volte nello stesso anno o non ci vai più per altri 10.
Esistono anche fenomeni come quelli che io chiamo “le infilate di conoscenze” per cui, chiamato da una Wedding Planner oppure da uno stilista di abiti da sposa, ti ritrovi a fare uno shooting e poi un altro e poi un altro ancora, e questi collaboratori diventano amici che ti presentano amici che ti presentano altri collaboratori e alla fine ti ritrovi ad essere a Bergamo due volte la settimana.
Per chi come me è fuggito da Milano qualche anno fa per tornare in una città a dimensione d’uomo dove chiami per nome il panettiere ed entri al bar e ti dicono buongiorno Diego, ovvero Novara, lavorare a Bergamo dove risuona l’eco di un dialetto simile a quello parlato dai miei nonni e vivi gli stessi ritmi della tua città ideale, significa sentirsi un po’ a casa. Le vicissitudini dell’ultimo anno legate al covid19 e la relativa pandemia hanno collocato Bergamo sotto i riflettori e sono emersi particolari di questa città e dei suoi abitanti che hanno affascinato un po’ tutti, soprattutto il sottoscritto. Al grido di #molamia (A Novara si dice nello stesso identico modo...) che per chi non lo sapesse vuol dire non mollare, ho visto con i miei occhi ripetute volte lo sguardo triste ma indomito di chi non cederà mai, di chi non aspetta che qualcuno faccia qualcosa. Il bergamasco si tira su le maniche e ricostruisce.
E noi di Photo27, scelti per documentare anche questo, per osservare strade deserte e silenziose, scorgendo qua e là sguardi trasfigurati dal dolore ma gli occhi di chi non mollerà mai, abbiamo realizzato un breve ma toccante video, in collaborazione con Atelier Emé, una grandissima make-up Artist che detta legge in “zona Atalanta” (Paola Colombi), ed un’importante un’agenzia di organizzazione matrimoni (Petali e Bonbons nella persona di Elena Ducoli ).
Si respirava un’atmosfera da secondo lockdown. Nell’aria risuonava ancora il pianto di chi ha perso qualcuno, e tanti, troppi, hanno perso qualcuno a Bergamo.
Se ancora non lo avete fatto vi invito caldamente a visionare quel minuto di video che ho realizzato con Anna, la mia super fotografa quel giorno in veste di video maker. In quel video c’è tutto… la tristezza, la speranza e la forza, interpretate magistralmente da Tita, bergamasca DOC e modella per l’occasione, che vestita con abito da sposa di Atelier Emé si aggira per città alta guardandosi attorno con gli occhi lucidi cercando qualcosa, aggrappandosi a qualcosa che poi infatti riesce a trovare, e al cui suono si produce in una corsa perdifiato.
È il suono di una frase… È il suono di:
“E quindi uscimmo a riveder le stelle“. (Divina Commedia, Inferno, canto XXXIV, verso 139).